thérèse raquin-malavoglia

Zola osserva oggettivamente i suoi personaggi e li descrive senza, a mio parere, darne alcun tipo di giudizio personale, descrivendo i loro stati d'animo, quindi per questo aspetto potrebbe essere ritenuto naturalista. Inoltre i suoi personaggi sono profondamente legati alla loro società e al contesto in cui vivono. Sono a mio parere talmente condizionati da esso che il loro carattere viene plasmato ( penso ad esempio alla maschera che Theresa indossa con la zia e che diventa parte di lei)

Bravi. i dettagli dell'obitorio sono pura cronaca così l'attenzione maniacale ai dettagli. thérèse è l'antieroina. non è bella o è bella per la sua animalesca passionalità e soprattutto la sua personalità è spiegata a partire dalle "condizioni" sociali in cui nasce , cresce e si perde. tenete conto che Zola lavora sul modello della "fille perdue" della ragazza perduta (pensate alla dama delle camelie) ma lo libera di ogni particolare romantico

verissimo quello che dice Susanna C. I personaggi sono "deterministicamente" oggettivi. non possono che essere tali. il narratore però li osserva e ne offre l'egoismo ma anche le sofferenze. è una curiosità nuova verso un mondo socialmente basso come estrazione che guadagna però una nuova attenzione letteraria.

al di là della crudezza a chi è piaciuto?

A me é piaciuta l'analisi introspettiva dei personaggi, ma non la storia

a me è piaciuto moltissimo, crudezza compresa, soprattutto la scena dell'obitorio e quella di quando Laurent incontra il suo vecchio amico e si rende conto di disegnare camille

A me è piaciuto davvero molto, soprattutto il modo in cui Zola analizza le varie fasi del pentimento dei due amanti.

A me in generale è piaciuto, soprattutto la parte iniziale. La parte finale, dopo che Therese comincia a far finta di supplicare il perdono della zia, l'ho trovata pesante.

A me è piaciuto molto, soprattutto per la caratterizzazione del personaggio di Thérèse e per lo stile dell'autore, in particolare per la sua capacità descrittiva tale da far immaginare chiaramente al lettore luoghi, personaggi e situazioni

Si è una grande architettura sociale , potentissima nella psicologia (prima della psicanalisi) .

A me é piaciuto molto, perché mentre lo leggevo non potevo far altro che trovare differenze nei confronti di Dostoevskij le diverse reazioni dei personaggi al delitto e alla colpa. Mi é piaciuto vedere come un altro scrittore, completamente diverso(come per altro lo sono i suoi personaggi) affrontasse questo tema

Concordo sul fatto che a volte la narrazione era un po' lenta e pesante, ma a mio parere era una strategia per sottolineare la densità di alcuni particolari

sono d'accordo con susanna, anche io ho trovato inevitabile il confronto, così come anche con il personaggio di anna karenina

Sono molto contenta che riusciate a farli e vi ringrazio per aver preso seriamente questo forum

Anch'io leggendo il libro ho pensato a Dostoevskij, oltre che per le reazioni al delitto e alla colpa, anche per le atmosfere un po' cupe che fanno da sfondo alla narrazione e per la densa analisi quasi psicanalitica dei personaggi

Rispetto a Dostoevskij vi è anche una condanna sociale nettamente diversa.

La differenza che trovo tra Dostoevskij e Zola é che nel primo caso il delitto è collegato alla società esterna, mentre in Zolà la società esterna sembra quasi separata dalla storia, visto che l'unico contatto esterno è il "circolo di giovedì".

secondo me è importante anche la differenza la motivazione di therese e laurent e quella di Raskolnikov. Influenza anche lo sviluppo del senso di colpa e i sentimenti successivi all'omicidio, e il fatto che therese e laurent non prendano seriamente in considerazione l'idea di costituirsi.

verissimo. brava!

Cia riaggiorniamo sui Malavoglia quando potete

Scusate il ritardo ma ho un ultimo dubbio e magari qualcuno può chiarirmelo. Sebbene in nessuno dei due assassini, come diceva Susanna, vi é alcun segno di pentimento, anzi il desiderio di costituirsi viene solo usato per terrorizzare l'altro; come mai allora vi é il declino dei due personaggi fino alla pazzia e alla morte? Il fantasma del marito, le allucinazioni e il dolore psicofisico del morso ( sarebbe infatti guarito più velocemente se non fosse stato legato al delitto) non sono questi segni di un profondo turbamento della coscienza? Sebbene sia narratore che personaggi continuino a negarlo. Altrimenti qual é la spiegazione di questo declino se il senso di colpa celato( sia al narratore che ai personaggi) non é la soluzione? Grazie, scusate ancora il ritardo

i personaggi lo negano è vero, ovvero non attribuiscono quello che stanno vivendo a un pentimento, che i fatto non c'è proprio perché loro non si autorizzano a viverlo., scuri ella propria azione. Zola però descrive perfettamente l'abisso morale in cui finiscono . sono perseguitati da quello che hanno fatto ma non pentiti. . avrebbero potuto scegliere quella strada ma continuano pervicacemente a dare un'altra lettura. d'altro canto in delitto e castigo la follia del delitto dapprima è solo follia: è il personaggio che alla fine accoglie il pentimento e le conseguenze. qui no. è una scleta precisa anche a livello narrrativo

Grazie

ciao ragazzi io il 25 luglio sarò in volo. possiamo aggiornare il forum al 31?

Buonasera, a che ora inizia la discussione?